2013 • EVENTI RUNNING - FERRARA MARATHON
TEAM DNL @ FERRARA MARATHON 2013 • 24 MARZO 2013 La primavera si fa attendere .... Vento, freddo e pioggia non fermano i 2 roadmappers impegnati a Ferrara per l'ultimo lungo in vista della maratona di Vienna. 36 km per entrambi su cui a breve resoconteremo! Stay tuned! 10 righe da Ferrara ... di Piero Grazzi, T1 • AREZZO Quando ho cominciato l'avventura con DNL, mi chiedevo se tutto questo scrivere, annotare, documentare, sarebbe poi servito mai a qualcosa o a qualcuno. Dopo 2 anni e tanti book compilati la risposta è: si, sono senz'altro qualcosa di utile e fondamentale per affrontare al meglio situazioni e gare sempre diverse. Magari non li avevo mai riletti, i miei report, ma questa volta che volevo capire se potevo partire con un valore glicemico più basso di quello da cui ero solito partire, sono andato a rivedermi la storia degli ultimi lunghi. Ed ho apportato alcune piccole modifiche che, in gara, mi hanno permesso di arrivare senza problemi al 35o km. Insomma, i problemi ci sono stati, ma non dovuti alla glicemia: giornata di vento, pioggia e freddo. Ero incerto se fare tutti e 35 i km. del lunghissimo, e probabilmente se la pioggia che c'era alla partenza fosse durata durante tutta la corsa, avrei corso solo la mezza. Invece dopo circa 40 minuti ha smesso di piovere. Tirava sempre un vento fortissimo, con una temperatura di 6-8 gradi, ma a causa del vento sembrava molto più freddo. Il completo DNL per l'occasione si è rivelato azzeccatissimo, e non ho sofferto né freddo, né l'umidità . Fatica nei primi 10 chilometri, poi dal 20o mi sono sciolto e sono riuscito agevolvemente a stare in scia al gruppo dell 4 ore, che procedeva al ritmo che mi ero prefissato. Ultimo chilometro tirato agevolmente addirittura a 4:50, poi la sosta al vento in attesa della navetta è stata forse la parte più difficile. E' stato bello correre con il treno delle 4 ore, non lo avevo mai fatto, probabilmente cercherò qualcosa del genere a Vienna. Buone sensazioni, nessun crampo, ed un dopo gara senza problemi. Alla fine, Ferrara è andata meglio di come si era messa al mattino...
 Metabolicamente: anzichè partire con valori intorno ai 200, ho provato a scendere sui 160. Dopo 15km ho cominciato ad integrare, prima 20ca con barretta, poi al 25o pavesini. Al 33o mi sono accorto che ero un po' basso (101) ho integrato subito con 5ca di miele ed al 350 solo una barretta di cereali. Per la maratona, dovrò integrare magari con pavesini al 15 ed al 25, e barretta nel finale. Di solito soffrivo sempre di valori alti sul finire della gara, cosa che non mi e' successa questa volta.
 Atleticamente: ho imparato a convivere con i doloretti, con la fatica, con la volontà che talvolta non è così forte, ed allora devi trovare un appiglio per continuare a correre. Il gruppo in cui mi trovavo inserito (in pratica sono stato sulla scia delle 4 ore dal terzo chilometro), mi è servito nei momenti difficili. Poi la voglia di arrivare in fondo, passato il 25o chilometro, mi ha fatto bruciare in un attimo gli ultimi 10: così vorrei arrivare a Vienna, con sofferenza, ma facendo girare le gambe senza fermarmi. Una breve nota finale dedicata alle compagne che ci hanno aspettato all'arrivo, sopportando una giornata fredda e ventosa con stoica pazienza! La piccolissima Cherubina (6 mesi), sulle orme del papà , ha cominciato invece un percorso di avvicinamento agli sport estremi... Terzo Tempo @ Ferrara ... in mancanza di foto "in action" accontentiamoci del post-gozzoviglio! 10 righe da Ferrara ... di Cristian Agnoli, t1 • VR Se il buon giorno si vede dal mattino, questo lungo ferrarese non nasceva sotto i migliori auspici, sia per i protagonisti diretti (maratoneti) sia per gli accompagnatori/ spettatori (compagna e poppante). Sarà perchè mi aspettavo che la primavera astronomica coincidesse con quella metereologica, ma sono arrivato allo start con tutta la demotivazione possibile che questa coda invernale poteva portare. E quasi contagiavo i miei compagni di corsa cui più ho volte detto "meglio lasciar perdere se continua così". Fino al 5/6 km di gara non sapevo se avrei proseguito o se rinunciato in favore di un'uscita sostitutiva nel corso della settimana. Poi la pioggia è improvvisamente cessata, ho ritrovato un po' di concentrazione unita a scorrevolezza e ho deciso di portare a termine il lungo decidendo in corsa ritmi e distanze definitivi … al di là delle difficoltà oggettive, con buona tenuta mentale e lucidità , alla fine ho chiuso con 36 km @ 4'30 nelle gambe e qualche spunto per migliorare nella gestione mentale e fisica della "maratona". ATLETICAMENTE: Difficile valutare la prova con il forte vento contro o laterale a "sfalsare" ritmi e punti di riferimento. 4'30 al km sono sicuramente crono alto rispetto alle mie ambizioni, ma non in considerazione della situazione di corsa. Anche se ho buona esperienza e capacità di valutare le sensazioni oggi era veramente difficile procedere regolari, pur guardando alle frequenze cardiache: il vento contro (presente per il 70% del percorso) alzava i ritmi da 5 fino a 10/12" al km. Essendo partito lentamente, e poi accelerato, non ho potuto correre "coperto" perchè i gruppetti che trovavo erano comunque troppo lenti. Questo ha sicuramente comportato un dispendio di energie maggiore. Solo dal 25km in poi ho raggiunto corridori con il mio passo, ma piuttosto sgranati quando non cotti o irregolari nel ritmo: tutto questo non serviva per fare "ventaglio". Ho chiuso piuttosto affaticato, avendo provato a dare tutto con una progressione nel finale dove i ritmi non erano sempre coerenti allo sforzo avvertito. Successivamente sono rientrato per scorciatoie (4 km) camminando infreddolito e questo mi ha provato più del lungo in sè. A mente fredda, visti pioggia, vento e scarsa concentrazione e dopo tanti dubbi, fatta la scelta di correre a prescindere parte della maratona, forse valeva la pena di non provare il c.d. "Lungo alla Tergat" come ho cercato di fare (ovvero con finale in progressione forte) ma di proseguire a 4'30"/35" al km con frequenze cardiache sottocchio, correndo per 38-39 km o addirittura finire la maratona e consolidare la mia "casa aerobica" senza pensare a ritmi maratona e progressioni. Diciamo che ho aggiunto un altro tassello al mio bagaglio di esperienza nel gestire situazioni diverse. Meglio questo tempo da lupi qui che a Vienna. Certo avevo immaginato una corsa lineare con meteo favorevole per una valutazione più affidabile e certa dello stato avanzamento lavori. Ma così è andata. Le incognite fanno parte del gioco! Ginocchio dolorante alla fine e guidare fino a casa è ancor peggio …. ghiaccio, sinflex, stretching, ginnastica postulare, dieta anti-infiammatoria e passa tutto. Speriamo bene per Vienna dove al contrario dovrà sapermi ritagliare il tempo per un bel riscaldamento pre-gara stretching incluso. Meglio poi se a Vienna arrivo con uno/due chili in meno visto: adesso vado in scarico e dovrò adeguare i pasti ai ridotti consumi energetici. METABOLICAMENTE: sempre più sono affascinato dal complesso mondo del metabolismo, inteso nel senso lato del termine, ovvero dei meccanismi che consentono alla fantastica macchina umana di funzionare. Il diabete è un difetto che aggiunge complessità alla complessità e che mi trovo (giocoforza) a dover gestire e sviscerare. Il tutto però inserito in un contesto assai più ampio, legato ai caleidoscopici ambiti metabolici, che non riguardano solo insulina e zuccheri! Fissarsi esclusivamente su glicemie e dintorni ci fa conoscere solo alcuni risvolti, sì fondamentali, della questione, ma che nel lungo periodo e se troppo circoscritti, ci limitano invece che darci prospettiva. E' questo il vero "balzo in avanti" che spesso la persona/atleta con diabete non riesce veramente a fare: ovvero essere una perfetta macchina diabetica (magari dotata di pacchetto tecnologico con glicata perfetta garantita di serie) ma una imperfetta macchina umana, che spiega tutto attraverso la "lente del diabete". Ovvio che l'uomo, nella sua imperfezione, è qualcosa che va oltre il concetto di "macchina", ci mancherebbe, ma sicuramente prima bisogna andare oltre all'ancor più ghettizzante e limitante concetto di "macchina" con diabete. Perché non è necessariamente vero che se sistemo il mio diabete, poi tutto il resto arriverà (felicità , successo, benessere, gratificazioni, lavoro, prosperità , etc). Insomma la via per una vera "consapevolezza" della persona con diabete, passa per, ma, soprattutto, va oltre la cartella clinica! Veniamo al mio report glico-metabolico e abbandoniamo i sermoni: la cena del sabato in ristorantino slow food trentino con carni selezionate km zero omega 3 grano saraceno, bio qui, bio là , vino di qualità , musica jazz in sottofondo, sviluppo sostenibile etc., mi ha fregato nel senso che debbo comunque aver sbagliato qualcosa nel valutare la composizione del pasto stante l'iperglicemia al risveglio. Non necessariamente cibi bio e genuini significano dieta equilibrata: grassi e proteine in eccesso sono sempre in agguato, anche quando il maialino è allevato con semi di lino e colza, con conseguente andamento glicemico notturno ballerino cui non ho saputo porre rimedio. Rilevato un 88 mg/dl al coricarmi non ho avuto il coraggio di sostenere la correzione di 2 unità supplementari (in attesa dell'esplosione di grassi e proteine sul mio metabolismo degli zuccheri) andando a mangiarci sopra. Risveglio dunque ove 200. Pazienza! Pasto pregara a 4 ore dallo start a base di pasta integrale: bolo adeguato anche in relazione alla lieve iperglicemia da correggere e poi glicemie nei range per tutta la giornata. In gara tutto come previsto dove ho integrato con acqua e 2/3 di barrettone Enervit al cacao oltre a un bicchierino di coca cola al 30° km. Nel dopo gara buon compenso, nonostante un'iniezione di basale da 8 u (anziché 4). Non avverto più effetti ipoglicemici post-excercise ma in questo caso, stante l'errore, ho considerato 1:18/20 anziché 1:16. E la sera ho ridotto di 2 unità la basale mantenendo range glicemici soddisfacenti (vedi book). CONVIVIALMENTE: Questa gita fuori porta buia e tempestosa non rimarrà tra i memorabili ricordi di famiglia, ma ha avuto i suoi lati positivi. Terzo tempo in compagnia dell'altro DNL Piero con moglie e dell'amico Simone dei Verona Trailrunners. Sempre belle verificare che lo sport non brucia i cervelli, anzi illumina menti e capacità di sopportazione di piccoli ritardi e capricci del meteo. Livello di discussione e sense of humour sempre sopra la media (me la canto e me la suono?). Peccato che ci siamo dovuti rintanare al chiuso e così non godere nè del bel centro storico di Ferrara nè di una giornata di primavera che oggi in pianura Padana sembrava lontana più che mai. Ma chi gira intorno al mondo DNL impara in fretta i concetti di abnegazione e resilienza … e la mia piccolina di 6 mesi ieri è stata proprio brava (ma un po' di senso di colpa per questa trasferta mi è rimasto!). Dopo aver corso in queste condizioni, a Vienna "comunque andrà sarà un successo". Non ho avuto proprio tutte le risposte che cercavo, ma posso tranquillamente continuare a interrogarmi e pure sopravviverò se non dovessi trovarle. Il sentiero della felicità non passa necessariamente solo per la maratona. Lauf was du bist! [WORK IN PROGRESS] *** START RACE @ Annunci di partecipazione: 1. Cristian Agnoli 2. Piero Grazzi .... DNL TEST RACE 2013 |